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Un viaggio nell'esotismo della musica e del melodramma francese dell'Ottocento, che grazie ad una inedita seduzione sonora ci conduce a scoprire territori affascinanti ed inesplorati. "Dopo l'aria di Olympia da Les contes d'Hoffmann e vari brani cameristici, la mia insegnante mi ha proposto l'Air des clochettes, che ho inizialmente affrontato più come mero esercizio tecnico che come possibile brano da cantare davanti ad un pubblico, in ragione di una difficoltà che non mi sembrava alla mia portata: avevo in mente l'esecuzione della Dessay, come potevo profanare tanta bellezza e perfezione? Ascoltando però il resto dell'opera, che è inspiegabilmente poco rappresentata, mi sono innamorata del personaggio di Lakmé e della sobria eleganza della musica di Delibes, il cui esotismo mai sguaiato sembra portarci per mano a contemplare la bellezza di quei luoghi lontani, ma in punta di piedi, senza fare rumore, per non disturbare le meravigliose creature che li abitano, così che possiamo ammirarle nella loro spontaneità come in una bolla incantata [...] Emerge tutta la modernità di quest'opera e la sua critica intrinseca allo stile di vita occidentale. Una denuncia, quindi, nei confronti non solo dell'imperialismo, ma anche dei comportamenti degli europei verso la terra e, per usare un termine moderno, l'ecosistema."